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Se Leonardo fosse nato oggi sarebbe stato un Game Artist.

Leonardo oggi avrebbe fatto il game artist, ne sono certo. E molte sono le analogie che mi hanno fatto immaginare questo paradosso storico. Ma primaditutto: cos’è la Game Art?

Letteralmente è l’arte dei videogiochi, il virus adolescenziale e ben oltre, che propagato attraverso il WiFi di casa ha sconvolto la vita delle famiglie dei millennial fino ad oggi. E’ l’arte di rendere verosimile l’incredibile ed il fantastico, intorno alla quale è nato e si è sviluppato il più grande business legato all’arte rappresentazionale di tutti i tempi. È l’Entertainment Design che tra Game e Post-Produzione cinematografica ha posto le basi – da vent’anni in qua – del rilancio su scala planetaria delle arti figurative e dei suoi artisti.

Quello che una volta era il compito tradizionalmente più richiesto ad un artista visivo, quello di “dipingere la realtà”, ruolo esiliato dalle Arti maggiori ormai da un secolo, è stato per una sorta di osmosi storica trasferito alle moderne arti da intrattenimento ed oggi si assiste alla più grande rinascita delle arti rappresentazionali mai vista dai tempi della pittura storica dell’ottocento. Migliaia di giovani artisti sono i protagonisti dei cachet miliardari di colossi come Nintendo, Warner Bros, Sony. Così come nel cinema produzioni miliardarie (Dreamworks XX Century Fox…) accreditano sempre più spesso nei titoli di coda da 12 a 15mila addetti, di cui gran parte “artisti”. Questi i committenti per cui disegnano i maggiori talenti dello sketch e del digital painting, le migliori penne e pennelli elettronici del mondo; ma gli ispiratori e gli archetipi che hanno negli occhi e nel cuore questi talenti sono molto analogici: si chiamano Botticelli Michelangelo, Caravaggio, Friedrich, Bouguereau.. tutta gente che sapeva dipingere… e Leonardo ci ha anticipato anche in questo.

l’Entertainment Design ha posto le basi del rilancio su scala planetaria dell’arte figurativa.

Tre le cose che uniscono il grande Leonardo ad un game artist: PRIMO il suo grande eclettismo. Sapere a seguito di studi approfonditi come rendere esattamente la fluidità dell’acqua fa ricordare le basi della modellazione 3D, cioè un modello matematico basato su una osservazione. SECONDO la visione della realtà A LIVELLI, cioè per capire i simboli della pittura di leonardo devi risolvere gli enigmi nascosti nei suoi simboli, devi superare delle prove traducendo ciò che appare in ciò che Leonardo vuole significare (La Montagna della Annunciazione degli Uffizi ne è il Paradigma).
TERZO: il suo incomparabile, inesauribile, inarrivabile gusto dello spettacolo e dello show per lo show che fa di Leonardo il primo E-Designer della storia con le macchine fantasmagoriche costruite per le feste del suo grande Mecenate Ludovico Il Moro delle quali purtroppo poco e niente è giunto sino a noi. La vocazione per le “macchine-per-sorprendere”, in forma più o meno rivelata e come al solito incompleta, è ravvisabile nella costruzione di un’opera come la visitazione dei magi (Uffizi). Dalla disposizione delle figure all’ambiente, siamo di fronte ad un vero e proprio “concept” cinematografico completo di effetti speciali con studi di vedute multi-plan (leonardo disegnava più piani e più figure contemporaneamente per poi scegliere di dipingere solo ciò che alla fine lo avrebbe maggiormente soddisfatto) come solo una mente multi-tasking da game-artist potrebbe pensare.

L’incomparabile, inesauribile, inarrivabile senso dello spettacolo fa di Leonardo il primo E-Designer della storia.

L’evento dell’affresco gigantesco affidato dal Soderini alla fine del 400 per la battaglia di Anghiari (altro magistrale incompiuto) sulla parete Est del salone dei cinquecento è una performance irripetibile per qualsiasi moderno. Nessun artista contemporaneo così pazzo avrebbe osato sperimentare in quella occasione, paragonabile alla commissione di un capo di stato e con l’attenzione planetaria dei media, una tecnica nuova, sconosciuta, mai sperimentata, e per giunta con maestranze non preparate. Un’opera di quella importanza con quel contratto e a quel punto della carriera. Il dream-artist Leonardo lo fa! Sfida da lontano nel tempo i nostri contemporanei ad essere così contemporanei da farsi scritturare per consegnare alla storia una performance di cui niente abbiamo, se non una eco multimediale di dimensioni bibliche su un’opera che definire virtuale è dire poco! Dovremmo dire inesistente, forse mai davvero esistita. Un disastro epocale, per la maggior parte dei suoi critici e dei suoi rivali, una autentico capolavoro per noi, oggidì, proprio per la sua “mancanza” materica, fatta di passaparola, di copie, di narrazione uno storytelling senza fine. Sembra una storia fatta di Pixel, quasi un gossip socialmediale. La sorpresa nella sorpresa sta nella cronaca del Vasari che amplifica questa scatola cinese con proverbiale genialità, e che lo qualifica come “Game Master”. E di gioco forse davvero si tratta.

La Battaglia Di Anghiari è un capolavoro virtuale. Dovremmo dire inesistente, o forse mai davvero esistito…

E qui abbiamo per davvero l’essenza di un artista senza dimensione né tempo. Oggi lo leggiamo come un grande contemporaneo per le macchine, le invenzioni, la capacità di approfondire – spesso – la cognizione umana al di la dell’apparente, ma dovremmo rileggerlo anche per la grande capacità dimostrata di essere ora e sempre nel gioco, nella continua ricerca della sorpresa. E chi “Cerca, Trova”.

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