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Impressioni sfocate

Andrea Mancini è uno straordinario artista che vive e lavora a Firenze, Italia. Anche se è nato nel paese che ha fatto da culla dell’arte il suo lavoro www.andreamancini.it è indiscutibilmente contemporaneo e fresco.

MICHAEL: Ciao Andrea! AMO il tuo lavoro. Prima di tutto, dimmi, come hai fatto a diventare un artista? Perché dipingi? Vieni da una famiglia di artisti?

ANDREA: Vengo da una famiglia semplice. Mia madre era una sarta e mio nonno materno era un cuoco. Dai quali ritengo di avere ereditato la manualità, credo, che è la base della mia arte. Ho sempre disegnato fin dall’infanzia. Amavo disegnare fumetti e cartoni animati. Quando avevo 13 anni, mio padre mi iscrisse in una scuola d’arte privata. In quegli anni, ho creato il mio primo cartone animato, solo con l’aiuto di un amico ed una vecchia 8mm di mio zio. A 16 anni, ho pubblicato il mio primo fumetto in una rivista francese. Poi, dopo cinque anni di Scuola d’Arte, ho iniziato a lavorare in una grande agenzia di pubblicità, la più grande della mia città, che in realtà fu la mia “bottega d’arte” dove ho imparato l’arte della visualizzazione e della comunicazione.
Voglio dire che la mia formazione d’artista è stata un “mix” di tante cose diverse. Oggi, penso che le mie radici sono molto simili a quelle dei miei amati artisti pop americani. Anch’essi si sono formati con la pubblicità! ”

MICHAEL: I tuoi quadri sono moderne nature morte. Amo le pile di pneumatici e pile di libri e altre cose. I tuoi
dipinti appaiono spesso molto caotici e divertenti. Perché dipingi queste cose?

ANDREA: Prima di tutto, quello che è rimasto in quelle pile dovrebbe tornare ad essere una risorsa e non solo rifiuti. Con i libri, direi che sono i ricordi che ognuno di noi porta, come un inestinguibile peso. Li ho dipinti come “fardelli” associati e impossibili da smaltire del tutto. E poi oggi, ci sono i tablets, gli e-book – in effetti, le mie sono foto-ricordo. I libri sono quasi una specie in via di estinzione! Alla fine, penso che gli artisti dipingono ciò che vedono e i libri sono il paesaggio che più spesso mi ha circondato. Gauguin aveva l’oceano, intorno a lui. Io, per la maggior parte, i libri!

MICHAEL: E i pneumatici?

ANDREA: Solo una parola: trasformazione. La scorsa estate ho visitato alcuni siti per la raccolta differenziata. Ne ho visitati parecchi, armato di macchina fotografica e moleskine. Camminando tra le montagne di cartone e piramidi di pneumatici immaginavo la straordinaria forza che avrebbero avuto quelle immagini una volta dipinte su tela. Guardavo quelle masse enormi di materiali di ogni genere, dei veri monumenti ideali di un mondo in decadenza, ma anche in continua trasformazione. Quelle montagne inanimate nel loro disordine possedevano una loro logica spontaneità, quasi biologica. Vi ho scorto l’ordine informale del caos. Restituire questa impressione ha richiesto molto lavoro ed un’attenta osservazione. E’ allo stesso tempo impressionista e fotorealistica per la crudezza espressiva. Per questo motivo, ho scelto inquadrature ravvicinate, dipingendo il controluce o l’ultimo sole del tramonto. Mi sono ricordato di un principio della fisica moderna: “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” di Lavoisier.. E ‘la speranza di un futuro sostenibile.

MICHAEL: Il tuo lavoro ha anche un’aspetto malinconico. A volte sembra di guardare attraverso leggere tende bianche. Quasi l’effetto di un vecchio film. E ‘ nostalgia? Perché lo fai?

ANDREA: Forse la realtà non è mai così vivida, brillante, dai contorni netti, ma più spesso sfuggente, evanescente. Oppure tutto è visto come attraverso un sogno, un ricordo, di cui non ricordiamo mai niente in modo nitido, ma solo impressioni sfocate E ‘anche un modo per me di “sporcare” il dipinto con l’esperienza.
Nostalgia? Forse, ma di solito sono più curioso di vedere il futuro che passato.

MICHAEL: Dove sei? Roma? Milano? L’Italia è fondamentalmente la patria dell’arte. Una storia piena di grandi Artisti del passato. A quali ti sei più ispirato?

ANDREA: Sono nato e risiedo a Firenze. Città culla dell’arte e del rinascimento. Certamente sono stato influenzato da quella grande cultura storica (ti ricordo che vivo vicino ad un museo che si chiama ‘Uffizi’), ma la mia generazione si è formata anche con la musica rock, con la pubblicità, la televisione il cinema… Penso che il mio sia un mix di ispirazioni moderne e antiche al tempo stesso. I miei grandi preferiti restano Piero della Francesca (i suoi straordinari simbolismi!) E Caravaggio per il “realismo”, ma durante la scuola ho amato illustratori come Milton Glaser e Jean Michel Folon, e gli artisti Pop come James Rosenquist e Claes Oldenburg. In ogni caso, credo che noi siamo il compendio di ciò che è stato prima di noi.

MICHAEL: Come è la situazione dell’arte oggi in Italia? Gli italiani apprezzano l’arte contemporanea? Sono sicuro che tutti da voi conoscono e amano Leonardo e Caravaggio, ma il pubblico sostiene anche gli artisti viventi? Com’è la vita per gli artisti come te? È dura?

ANDREA: L’Italia in questo momento sta attraversando una difficile crisi economica come il resto d’Europa, forse la peggiore dal dopoguerra. E ‘ancora più difficile per il mercato dell’arte, dove oggi l’offerta di arte supera di gran lunga la domanda. Sì, è vero: gli italiani amano l’arte, ma a volte sono troppo legati alla ricerca del’ “investimento”. Essi cercano autori acclamati e conosciuti e sono diffidenti nel comperare artisti meno affermati, anche se di fatto molto promettenti. Oggi la vita di un artista è più difficile che mai, ma ho voluto raccogliere lo stesso la sfida. Più di un anno fa ho aperto uno studio-galleria dove creo ed espongo al pubblico, nel centro di Firenze. E ‘un laboratorio nello stile delle botteghe d’arte del passato, e devo dire che con il passare del tempo sto ottenendo un buon feedback. Inoltre organizzo workshop e corsi per bambini. Così la gente parla con me di arte e di progetti. Ho stabilito un rapporto diretto con il pubblico che gli artisti spesso evitano, e troppo spesso la paura. Io dico sempre ai miei allievi: “Se vuoi essere un artista, è necessario avere molto coraggio!

MICHAEL: Come fai a creare i tuoi dipinti di folle di persone? Usi la foto? I dipinti hanno un aspetto molto naturalistico.

ANDREA: La creazione dei “Bagnanti”, inizia da schizzi presi dalla vita reale sul mio Moleskine, e dagli scatti di diverse foto. Lavoro finché l’effetto finale risulta quello di una “texture” di corpi indistinti. Tutti nelle ore più calde della giornata, quando il sole crea gli effetti più forti. L’aspetto così naturale che hai notato è dovuto alla estrema cura che ripongo nella scelta dei contrasti tonali, e alla scelta dei colori.

MICHAEL: Quando la gente guarda il tuo lavoro, cosa vorresti provocare in loro?

ANDREA: Vorrei che gli spettatori fossero colpiti nelle loro emozioni ma anche indotti a pensare su qualcosa. Una immagine muove sempre qualcosa dentro di te, ed è per questo che ognuno vede qualcosa di diverso in un quadro o in un’opera d’arte in genere. André Gide, un grande scrittore francese, diceva: “Per favore, non mi comprendete troppo in fretta.” cioè non contentarti mai della prima impressione. Chi guarda i miei bagnanti – ad esempio – ognuno vede un amico, il cugino, la madre o il proprio marito. Proprio come come nei miei Book Paintings ognuno vede il suo libro scolastico o il suo manuale di pesca dimenticato in cantina …

MICHAEL: Infine Andrea, che lavoro stai creando ora e quali vorresti realizzare in futuro?

ANDREA: In questo momento, sto lavorando alla serie dei bagnanti per una mostra in preparazione sulla costa toscana, a Castiglioncello, proprio nei luoghi dove ho tratto la mia ispirazione per dipingere quei quadri.
Poi mi piacerebbe iniziare un nuovo progetto che avesse come soggetto chi lavora, proprio in un momento come questo in cui il lavoro scarseggia. Mi piacerebbe fare una grande mostra a Roma, magari presentata da uno scrittore.

MICHAEL: Beh Andrea, ti auguro il meglio; adoro il tuo lavoro!

ANDREA: Michael, io ringrazio te per tutto quello che fai per gli artisti.

http://artbookguy.com/andrea-mancini-blurred-impressions_620.html

Michael Corbin

Michael K. Corbin is an avid art collector, writer, full-time broadcast journalist, yogi and runner. A New York City native, he travels far and wide for art’s sake. He writes for various art websites that include www.absolutearts.com and of course, www.artbookguy.com.

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